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Ecocinema, Italia: industria, istituzioni e università insieme per parlare di audiovisivo green

24-05-2022 Reading time: 4 minutes

Il dipartimento SARAS dell’Università La Sapienza di Roma ha organizzato un seminario dal titolo Ecocinema, Italia: l’audiovisivo diventa green alla presenza dei rappresentanti dell’industria, delle istituzioni e dell’università impegnati in politiche green per l’audiovisivo.

L’Italia è stato uno dei primi paesi ad integrare pratiche green, un’attenzione che ha portato all’introduzione di 5 punti di premialità nei contributi selettivi per le imprese che si impegnano ad ottenere una certificazione per la sostenibilità ambientale dell’opera (Bruno Zambardino, per la DGCA). Un accordo tra Ministero della Cultura e Ministero della Transizione ecologica delegherebbe ad ISPRA – agenzia che ha la funzione di rilasciare marchi e certificazioni green a tutti i settori industriali – la codifica dei criteri ambientali minimi (CAM) per certificare le produzioni green.

Luca Ferrario, Trentino Film Commission, ha raccontato l’esperienza di T-Green Film, nata circa 7 anni fa quando per la prima volta una istituzione pubblica si è posta la questione di come attuare pratiche green per risparmiare sui costi di produzione. Tuttavia la pratica aveva dimostrato che i produttori non avevano alcun risparmio e si decise di agganciare queste pratiche al film fund regionale. La certificazione richiesta era fornita dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente. Nel 2019 T-green è divenuto Green Film, è stato riconosciuto da Italian Film Commissions e si basa sui CAM ideati dai ministeri di Cultura e Transizione ecologica con ISPRA.

Il protocollo è stato di ispirazione per paesi con una cultura green molto più sviluppata dell’Italia e anche a livello comunitario si sta studiando come integrare queste pratiche nei bandi MEDIA risolvendo il problema della condivisione delle procedure per le coproduzioni internazionali attraverso un’auspicabile certificazione unica europea.

Non solo il mondo della produzione, ma anche quello dei festival si sta muovendo, con un po’ di ritardo, verso pratiche di ecosostenibilità: Chiara Valenti Omero e Laura Zumiani sono intervenute per AFIC-Associazione festival italiani di cinema ad illustrare le linee guida per un festival green. I festival stanno lavorando a loro volta per ottenere una certificazione ISPRA, attraverso l’applicazione di criteri ambientali minimi.

Francesca Medolago Albani, per ANICA, auspica che il green divenga un obiettivo strategico condiviso anche con le altre industrie. Inoltre, l’audiovisivo “green” potrebbe avere maggiore facilità di accesso ai fondi di finanziamento rivolti ai prodotti ecosostenibili.

Tra i casi di maggiore successo Lorenzo Vecchi per Zen2030 e Ludovica Chiarini per Ecomuvi hanno parlato delle proprie esperienze di green manager rispettivamente per le produzioni di Groenlandia e Tempesta film. Giovanni Pompili di Kino Produzioni ha raccontato l’apertura del corso Green film lab in seno al Torino Film Lab rivolto a produttori, registi e capi reparto.

“L’Università si apre all’industria, ha avuto accesso a una serie di fondi straordinari derivanti dal PNRR ed ha attivato una serie di progetti di ricerca sui temi del green – ha raccontato la ricercatrice Federica D’Urso, organizzatrice del seminario – L’audiovisivo è stato pioniere nel percorrere la strada tracciata nel 2019 dal green deal, uno dei pilastri dell’attuale strategia europea che si propone di azzerare le emissioni di Co2 entro il 2050”.

Leggi il programma e i partecipanti del seminario

(Monica Sardelli)