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Costruire un’audience comune tra Italia e India: se ne è parlato all’Italian Pavilion durante il Festival di Venezia

05-09-2022 Reading time: 5 minutes

I grandi cambiamenti nei gusti del pubblico accelerati dalla pandemia, il dialogo interculturale, i punti in comune tra i pubblici italiano e indiano, gli incentivi, gli accordi di coproduzione e la volontà di lavorare assieme per far crescere l’industria dell’audiovisivo e il turismo: sono queste le principali risultanze del panel che Cinecittà ha organizzato per la DGCA, all’Italian Pavilion nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia, allo scopo di analizzare le caratteristiche dei mercati cinematografici dei due paesi e confrontarsi sulle strategie da adottare per potenziare la diffusione e la vendita dei film. Durante il seminario Kabir Bedi divenuto noto per aver interpretato Sandokan in una serie televisiva degli anni Settanta, ha ricevuto da Tiziana Rocca il premio alla carriera Filming Italy Movie.

Roberto Stabile – Advisor per l’Internazionalizzazione e Responsabile Progetti Speciali, DGCA-MiC presso Cinecittà, introduce i saluti video di Meenakshi Lekhi – Ministro di Stato per gli Affari Esteri e la Cultura dell’India, che descrive il cinema come uno specchio della cultura di un paese e uno strumento per facilitare lo scambio e il dialogo interculturale.

Sono tante le iniziative che hanno avvicinato l’Italia e India del cinema, a partire dai due Leoni d’Oro indiani del 1957 e 2001 (Aparajito e Monsoon Wedding) ricordati dall’Ambasciatore d’Italia in India Vincenzo De Luca assieme alle iniziative promosse in India dedicate al cinema nostrano: il festival del cinema italiano che si terrà in India e a ottobre la retrospettiva su Fellini dello scorso anno; quella su Pasolini in programma a novembre, e ad alcuni film girati in Italia: Radhe Shyam primo kolossal indiano girato completamente in Italia (in Piemonte), War che ha portato molti indiani sulla costiera amalfitana dove si sono svolte le riprese, e Rockstar del 2011.

L’accordo di coproduzione tra Italia e India, ricorda il moderatore della tavola rotonda Paolo Bertolin, TorinoFilmLab, risale al 2003. Nel presentare i relatori, ricorda i grandi cambiamenti apportati dalla pandemia nella definizione dell’audience: in India la crescita degli streamers ha reso possibile la visione di contenuti in altre lingue, in Italia le generazioni più giovani guardano sempre più opere in lingua originale.

Guglielmo Marchetti – Presidente e AD di Notorius Pictures, auspica che i cambiamenti generati dalla pandemia si trasformino in un’opportunità. La costruzione di un percorso con gli indiani passa anche per temi come diversità e inclusione che, se per anni hanno ostacolato la costruzione dei rapporti, sono oggi considerati un valore. L’India ha una storia straordinaria: vi si producono più di mille film l’anno; il tessuto di professionisti italiani e indiani è straordinario e l’unione di queste due forze può produrre importanti risultati.

Cristian Jezdic – Vice Presidente di Cartoon Italia e AD beQ entertainment, ricorda la lungimiranza dei rapporti con l’India: già 20 anni fa i produttori dell’animazione lavoravano insieme (Winx Club, di Rainbow, membro di Cartoon Italia, nasce da una cooperazione con l’India). l’animazione, prima degli altri generi, sta creando una audience comune, perché si rivolge alle nuove generazioni e propone temi come l’inclusività.

Hrishitaa Bhatt – membro dello Steering Committee, Indian International Film Festival-Goa, ribadisce che Italia e India hanno già una audience comune, aggiungendo che questa oggi è aiutata dalla tecnologia. L’accordo di coproduzione permetterà di avere un maggior numero di film in collaborazione e questi incoraggeranno il turismo nei due paesi.

Ravinder Bhakar – Direttore dell’Indian International Film Festival-Goa, sciorina alcuni numeri: In India si fanno film in 32 lingue, per un totale annuo di 2.500 film. Col covid le preferenze delle audience sono completamente cambiate e si sono focalizzate sui contenuti. Un accenno anche agli incentivi annunciati lo scorso maggio che offrono per chi gira in India il 30% della spesa di produzione qualificante.

Paolo Bertolin si collega al discorso degli incentivi ricordando l’efficace sistema sviluppato in Italia e il fondo per le coproduzioni minoritarie implementato da un paio d’anni che permette ai produttori italiani maggiore flessibilità per aderire a coproduzioni internazionali.

Nicola Borrelli – Direttore Generale, DGCA-MiC, ha concluso il panel incitando l’incremento della collaborazione tra le due filmografie. L’accordo di coproduzione esiste e può funzionare, ma dal lavoro quotidiano possono venire fuori ulteriori spunti di miglioramento.