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L’animazione si fa sostenibile: In Sardegna la prima sperimentazione di un protocollo green dedicato all’animazione

13-10-2022 Reading time: 5 minutes

La Sardegna Film Commission – insieme a EcoMuvi, Italcert e in collaborazione con Cartoon Italia – annuncia al MIA l’avvio del primo protocollo green italiano dedicato all’animazione. Per l'isola, che dal 2014 ha avviato la valorizzazione delle certificazioni green dei set in linea con le regioni europee orientate ad innovazione e sostenibilità, il progetto cardine di questo impegno è NAS - New Animation in Sardegna, il laboratorio permanente dedicato all’animazione per il grande schermo e per la serialità, il quale diviene l'epicentro della ricerca e sperimentazione del protocollo green della produzione.

Nell’anno che celebra il suo primo decennio di attività, la Sardegna Film Commission continua a promuovere con successo il cinema Made in Sardegna nei principali eventi italiani e internazionali, non solo tramite le nuove produzioni legate all’audiovisivo, ma anche grazie a progetti innovativi di formazione e ricerca che puntano a certificare la sostenibilità della filiera cinematografica legata.

New Animation in Sardegna è per l’Italia progetto pioniere sulla formazione all’animazione 2D, focalizzato sulla creazione di contenuti per under 18, sulla sostenibilità e l’inclusione sociale nella filiera audiovisiva.

All’evento, che si è aperto con i saluti istituzionali di Gaia Tridente, Direttrice del Mia Market, hanno partecipato: Anne-Sophie Vanhollebeke, Presidentessa di Cartoon italia, Nevina Satta, Direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission, e il team di coordinamento NAS, composto da  Alessandra Manca (Line Producer), Barbara Pirisi (Technical Director), Chiara Lamieri (Lead Concept & Design artist) e Riccardo Atzeni (Creative Producer & Art Director), con i quali si è parlato dello stato di avanzamento del progetto avviato dalla regione Sardegna nel 2019 con un investimento di 2,5 milioni di euro e con la collaborazione di Cartoon Italia, Rai Kids ed il partner canadese Toon Boom. “Ad oggi NAS ha già formato con certificazione internazionale 88 giovani artisti e illustratori”, afferma Chiara Lamieri, “di cui ben 50 sono donne, che lavorano nel cuore di Cagliari nell’immobile dell’ex manifattura Tabacchi".

“Noi produttori di animazione” precisa Anne-Sophie Vanhollebeke, “siamo consapevoli di avere una doppia responsabilità: la prima è quella di produrre contenuti per le nuove generazioni. Questo significa che con la creatività e le storie che proponiamo al nostro pubblico trasmettiamo messaggi che possono avere un’influenza sulla loro consapevolezza ecologica.” È fondamentale, infatti, ragionare sui numeri per avere un’idea dell’impatto che il cinema di animazione ha avuto e sta avendo sull’ambiente. Per la Presidente di Cartoon Italia si tratta di un comparto che 20 anni fa, prima dell’avvento della digitalizzazione, era probabilmente “il meno green di tutta l’industria”. Questo perché è stato stimato che “per produrre una serie di animazione di 26 episodi da 26 minuti erano necessari 640 mila fogli, ovvero 50 tonnellate di carta, che corrispondono a 75 alberi, ossia 3 alberi ad episodio”.

“Siamo arrivati alla maturità” sottolinea la Direttrice Nevina Satta “ed è arrivato il momento di  certificare la filiera intera: Insieme ai partner EcoMuvi e Italcert abbiamo costruito un percorso molto articolato, complementare ai diversi protocolli fin qui sperimentati, ma orientato da un lato alla prima sperimentazione di certificazione di filiera, con attenzione anche agli immobili delle nostre istituzioni, alle strutture che ospitano il laboratorio di produzione, il campus per musica e suono e tutte le nostre strutture; qui abbiamo anche presentato il primo protocollo green italiano per l’animazione con la Sardegna come primo territorio di sperimentazione per le certificazioni di sostenibilità delle produzioni ed epicentro di progetti innovativi come NAS”.

Tuttavia, per sostenibilità nel cinema non si intende più solo l’impatto ambientale. “La sostenibilità della filiera cinematografica” afferma Ludovica Chiarini di EcoMuvi, “non riguarda più solo i protocolli ambientali ma più in generale i protocolli di sviluppo sostenibile sul piano sociale, tecnologico ed economico dei progetti e delle infrastrutture. La forza di EcoMuvi in questo decennio è stata quella di poter raccogliere dati e certificare le iniziative e, così come lo abbiamo fatto per i diversi formati dell’audiovisivo, ora cerchiamo di portare questa rivoluzione anche nel campo dell’animazione”.

Chiude il ragionamento Chiara Morlacchi, responsabile delle certificazioni per Italcert, per la quale “essere coinvolti come partner di NAS e Sardegna Film Commission è fondamentale per creare e testare un modello di certificazione sull’animazione che consideri il contesto laboratoriale e l’interazione tra i singoli in ottica di verifica dell'energia consumata, del passaggio di dati e megadati tra i  diversi operatori, così come il contributo alla sostenibilità per il singolo lavoratore dell'animazione, attraverso software e hardware in grado di implementare best practice”.

(Mo.Sa.)