Piazza Maria Teresa a Torino dove i protagonisti di Santa Maradona (2001), Stefano Accorsi e Anita Caprioli, trascorrono la serata a chiacchierare e scambiarsi confidenze; Villa Necchi Campiglio a Milano, residenza della ricca famiglia dei Recchi nel sontuoso Io sono l’amore (2009) di Luca Guadagnino; la scalinata napoletana che collega via Crispi con via Mariconda dove Massimo Troisi, sotto una pioggia battente, discute di pene d’amore con l’afflitto Lello Arena in Scusate il ritardo (1982). Sono solo alcune delle location cinematografiche protagoniste di Loquis, piattaforma di geo-podcasting che racconta le storie nascoste dietro ai luoghi, di cinema e non solo, conosciuti o più segreti e suggestivi. Un’evoluzione del podcast, tra le forme di narrazione digitale maggiormente in crescita negli ultimi anni, che trova nello sviluppo verticale del contenuto un nuovo terreno di sperimentazione.
Racconti brevi, descrizioni, curiosità, testimonianze: tutto contribuisce a creare un accattivante e ricco storytelling dei luoghi del mondo, godibile, sotto forma di realtà digitalmente aumentata, via cuffiette. Ogni contenuto audio è geolocalizzato, cioè legato a un luogo specifico, e si attiva in modalità navigatore tramite smartphone, via app, mentre ci si avvicina a quel punto geografico. Ma si può anche ascoltare a distanza, attraverso la piattaforma, mentre si pianifica un itinerario o quando, semplicemente, si desiderano scoprire curiosità e storie sulla realtà circostante, che diventa, così, un universo ancora tutto da esplorare.
I contenuti della piattaforma, al momento circa 220mila, spaziano dalla descrizione di monumenti e luoghi della cultura a canali tematici, nei quali è possibile trovare itinerari di film, percorsi cinematografici all’interno delle città, suggerimenti sui luoghi del cuore da parte di attori e personaggi famosi. Sono realizzati solo in parte dalla piattaforma; provengono per lo più da chi decide di creare il proprio canale, per raccontare storie o aneddoti sul mondo. Una nuova forma di coinvolgimento comunitario spontaneo che perpetua lo scambio di conoscenze alla base delle culture premoderne, la cui struttura relazionale è fondata sul valore della comunità come entità cooperativa regolata da pratiche di condivisione del sapere.
Una rielaborazione in chiave contemporanea della cultura orale, di cui mantiene il legame con la dimensione concreta dell’esperienza; la valorizzazione del primato dell’uomo come io narrante, il quale crea informazione e narrazione per costruire i sistemi di realtà all’interno della comunità in cui vive, che diventa comunità narrativa. La possibilità, nella società della visione che spinge ossessivamente lo sguardo verso uno schermo, di attraversare il mondo a testa alta; di viverlo osservando cioò che ci circonda, godendo della realtà aumentata offerta dall’audio, che nulla toglie all’esperienza fisica del reale.
L’audio s’inserisce, vincente, nella nostra quotidianità perchè non distrae l’attenzione da altre attività. Può essere ascoltato ovunque e in qualsiasi momento, in streaming o salvato e fruito successivamente; mentre si viaggia, si guida, si cammina o quando si è a casa. Nella sfida del mercato dell’attenzione, è proprio l’opportunità della fruizione non esclusiva una delle chiavi di successo del podcast: in un orizzonte in cui l’universo visuale ha iniziato ad essere eccessivamente ingombrante rispetto all’orizzonte sensoriale dello spettatore, rimane lo spazio libero dell’udito, con cui godere di un contenuto anche mentre gli altri sensi sono impegnati a fare altro. Un autentico Rinascimento per l’audio e per il potere visionario della parola.
(di Carmen Diotaiuti)