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Intervista a Fabio Abagnato, direttore di Emilia-Romagna Film Commission

03-08-2023

Un 2022 da record e riconoscimenti per le produzioni supportate. L’Emilia-Romagna è una regione che ama il cinema

Un grande fermento produttivo e creativo è quello che si respira nell’Emilia-Romagna del cinema. Lo dimostrano i recenti successi: il pluripremiato Rapito (location), presentato in concorso a Cannes, è una storia tutta emiliana a partire dal regista, Marco Bellocchio. Lo stesso dicasi per Ferrari di Michael Mann – produzione internazionale supportata dalla film commission e sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il bando produzione 2022 – che parte da Modena per raccontare la leggenda di un illustre concittadino e arriva in volata a Venezia, in concorso all’edizione n. 80 del Festival del Cinema (location di Ferrari).

Ferrari (2023) di Michael Mann

Non stupisce dunque che il 2022 sia stato un anno da record per qualità e quantità delle produzioni e per spesa sul territorio.

 “Il 2022 è stato l’anno nel quale si è raggiunto il  più alto livello di spesa sul territorio delle produzioni sostenute tramite il ‘Fondo regionale per l’Audiovisivo’: con 13 progetti di sviluppo e 44 progetti di produzione assegnatari di contributi, tra lungometraggi, serie televisive, documentari, serie per il web e cortometraggi, sono stati concessi finanziamenti per un totale di 3.362.259 euro  a fronte di  24.876.609 euro di spese ammesse, ovvero effettuate sul territorio regionale, ben oltre il doppio rispetto all’anno precedente” racconta Fabio Abagnato, direttore di Emilia-Romagna film Commission, che aggiunge: “D’altro lato, la crescita sia qualitativa che dimensionale delle opere sostenute è andata di pari passo con la selezione e il raggiungimento di riconoscimenti significativi nei principali festival e concorsi nazionali ed internazionali di settore, oltre ad essere presenti sulle principali piattaforme e broadcaster”.

Quali sono i punti di forza della vostra Film Commission nel supportare le produzioni?

Passione e competenza dello staff, collaborazioni e copertura capillare del territorio

Lo staff di Emilia-Romagna Film Commission

La scelta della Regione Emilia-Romagna di avere una Film Commission interna produce una capacità di collaborazione con il territorio ampia, efficace e ricca di opportunità. Le produzioni da noi trovano la porta d’accesso ad una regione “intera”, comunità locali che amano e vogliono vivere storie nuove, una pubblica amministrazione efficiente con cui sappiamo parlare la stessa lingua che è sempre pronta a collaborare, imprese e realtà professionali abituate e predisposte a risolvere i problemi. Il nostro staff sa attivare tutto questo con passione e competenza, grazie alla consuetudine del “fare insieme” e questo aggiunge valore economico ed artistico all’opera cinematografica.

Perché le produzioni dovrebbero scegliere il vostro territorio?

Sostegno finanziario in tempi certi e gran varietà di ambientazioni

Perché sappiamo essere dei buoni compagni di strada, almeno per chi non ci vive come un mero bancomat o non pensa che il cinema debba vivere fuori Roma solo per lo stretto indispensabile. Pensiamo di avere favorito in questi anni una riconoscibilità del nostro operare attento tanto al sostegno finanziario, erogato in tempi certi attraverso regole chiare e applicate con continuità e periodicità, quanto una grande varietà di opportunità di ambientazione storica, geografica. Inoltre, un film girato in una regione che ama il cinema non parte da zero per trovare attenzione in sala.

Hai qualche curiosità o qualche stranezza da set da raccontarci?

Location che riportano altrove, cambi di programma improvvisi a cui far fronte, interlocutori improbabili

Nella finzione cinematografica la stranezza è la regola, in quanto deve essere credibile anche il fatto che Romeo e Giulietta si incontrino al Castello di Torrechiara e non a Verona, che la questura di Clerville della trilogia su Diabolik sia negli uffici della Regione [il riferimento è alla trasposizione cinematografica del celebre ladro mascherato ad opera dei Manetti Bros - tutte le location di Diabolik n.d.r.], o che una clinica svizzera in Acqua e anice sia sul Delta del Po.

La clinica svizzera di Acqua e anice ricostruita sul Delta del Po

Ed è stato curioso ed impegnativo coinvolgere i volontari dei carri allegorici del Carnevale di Pieve di Cento per Mio fratello rincorre i dinosauri (location), oppure dover fare i conti con gli esperti di avifauna per il censimento degli uccelli nel Delta del Po per le riprese del film di Michele Vannucci (location di Delta), o ancora trasformare una palestra scolastica di Tresigallo in un albergo ad ore per Amusia di Marescotti Ruspoli. E ancora è stato strano ed interessante favorire il cambio di programma per le riprese di Rimini di Ulrich Seidl, che non ha voluto perdere l’occasione di una nevicata in Riviera per regalare al film, in concorso a Berlino l’anno scorso, una atmosfera poetica e inconsueta.

Rimini di Ulrich Seidl

Quali progetti avete in cantiere per il futuro?

Si assiste ad un grande fermento produttivo e creativo, ricchezza delle produzioni autoriali indipendenti locali e dei documentari

Siamo in piena seconda sessione per i bandi produzione ed ovviamente stiamo supportando molti sopralluoghi per nuovi progetti, di cui non si può ancora parlare, ma il fermento è molto stimolante e suggestivo, con opere che abbracciano linguaggi, temi e formati differenti.

Una scena del nuovo film con Fabio De Luigi e Stefano Accorsi

Si sono concluse da poco le riprese del nuovo film di Colorado Films di e con Fabio de Luigi e Stefano Accorsi co-protagonista, mentre siamo in attesa della messa in onda su sky della serie Un amore prodotta da Cattleya, e non mancheranno nostre opere di grande rilievo internazionale a Venezia e Roma.

Set di Un amore, prossimamente su Sky

Ma per stare a nuovi progetti, nei prossimi mesi entreranno nel vivo i preparativi per due opere prime già finanziate dal nostro Fondo, come Paternal Leave di Alissa Jung per Wildside e Le bambine di Nicole e Valentina Bertani per Emma Film, oltre alla ricchezza dell’autorialità indipendente delle produzioni locali e alla tradizione di assoluto rilievo dei documentaristi.

(Monica Sardelli)