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L’audiovisivo italiano nel mercato globale. A Venezia il panel industry "Filming Italy Best Movie Award"

04-09-2023 Tempo di lettura: 5 minuti

Come l’audiovisivo italiano può tornare centrale nel mercato globale? I rappresentanti dell’industria cinematografica e audiovisiva ne hanno parlato durante il panel industry “Filming Italy Best Movie Award” organizzato all’Italian Pavilion a margine della Mostra del Cinema di Venezia 2023 e moderato da Vito Sinopoli, Socio fondatore e Presidente del Filming Italy Best Movie Award e Editore di Box Office e Tivù.

Sono intervenuti Nicola Borrelli, Direttore generale Cinema e audiovisivo del MiC, Maria Pia Ammirati, Direttore di Rai Fiction, Tinny Andreatta, Vice President, Content di Netflix Italy, Marco Azzani, Country Managing Director di Prime Video Italy at Amazon, Paolo Del Brocco, Ceo di Rai Cinema, Nicola Maccanico, AD e Direttore Generale di Cinecittà, Andrea Scrosati, Group COO Fremantle – Ceo Continental Europe, Anna Maria Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo.

Tutti i relatori sono stati d’accordo sul fatto che il settore cine-audiovisivo sia in una fase si crescita e che sia prioritario da un lato spingere verso l’internazionalizzazione e dall’altro dare visibilità oltre confine alle produzioni nazionali. La spinta deve venire da tutti gli elementi che compongono la filiera: le banche possono avere un ruolo di primo piano nel sollecitare un processo di crescita in un settore che cambia continuamente, è il parere di Anna Maria Roscio.

Andrea Scrosati aggiunge che il cinema italiano vive un momento fantastico, grazie al supporto degli istituti finanziari, ma anche per la competenza degli addetti ai lavori e per la creatività messa in campo. Oggi accade che i nostri talenti hanno la possibilità di produrre in Italia contenuti di qualità che vengono esportati e acquistati all’estero e che i soggetti internazionali scelgono di venire a lavorare in Italia. Per favorire queste dinamiche è stato fondamentale il contributo delle istituzioni, in particolare attraverso la leva del tax credit.

Di fronte a un mercato globale che si muove così velocemente e in continua crescita anche il servizio pubblico deve alzare l’asticella, è il commento di Maria Pia Ammirati a proposito della Rai.

Un racconto con una forte identità e una forte guida editoriale è un elemento di potenza per i contenuti, ha aggiunto Tinny Andreatta: Netflix ha aperto delle rotte per cui i produttori hanno potuto pensare contenuti ambiziosi senza dover andare a Hollywood ed ha investito tanto anche sulla formazione con lo scopo di accrescere il talento italiano e pensare a progetti ambiziosi come la serie Il Gattopardo.

Girare opere in inglese con l’ambizione di essere un prodotto globale è qualcosa che anni fa non era scontato, dice Marco Azzani a proposito della serie Citadel con Matilda De Angelis; e aggiunge che ciò che piace agli utenti locali piace anche al resto del mondo, e questo permette di produrre in Italia prodotti di qualità per il pubblico italiano ma con una concezione globale.

Paolo Del Brocco ricorda la necessità di rafforzare l’aspetto della distribuzione: le piattaforme hanno giocato un ruolo importante per dare visibilità al nostro cinema all’estero; negli ultimi anni sono stati fatti film con qualità produttive adatte ad essere esportate ed è questa la giusta direzione.

Nicola Maccanico si concentra sul ruolo di Cinecittà che, oltre ad essere un simbolo, è anche infrastruttura, che permette ai talenti nostri di costruire cose belle stando in Italia e ai talenti esteri di lavorare in Italia. L’infrastruttura è la pietra angolare che permette di mantenere l’equilibrio al di là delle fluttuazioni. Negli ultimi anni si è assistito ad una grossa crescita delle professionalità, l’Italia è tornata centrale e ci deve restare.

Nicola Borrelli conclude il panel ricordando che tra gli obiettivi della Legge Cinema c’è lo sviluppo della collaborazione internazionale del sistema audiovisivo italiano, per il quale si sta facendo tanto ma ci sono margini di miglioramento importanti: Il fatto che i maggiori film italiani abbiano un distributore internazionale è indice di interesse per i nostri film, ma allo stesso tempo indice di debolezza su cui occorre intervenire. Indirizzare quasi 300 milioni di euro nell’infrastruttura di Cinecittà è decisivo nei percorsi di crescita internazionale delle nostre imprese. Ci sono vari altri strumenti da mettere in campo, ma è stata l’onda lunga dei mercati internazionali. Nei prossimi pochi mesi si continuerà ad aggiustare le linee di intervento a cominciare dal tax credit: il Ministero ha sempre lavorato in dialogo costante con tutti gli operatori del settore e le associazioni. Capire quali sono gli obiettivi e i punti di vista di ciascuno consentirà di fare gli aggiustamenti necessari.

(Monica Sardelli)