Share

‘L’abbaglio’, la Sicilia inedita del nuovo film di Andò con Servillo, Ficarra e Picone sull’epopea dei Mille

19-05-2024

CANNES -  Un impegno artistico e produttivo importante quello che coinvolge Roberto Andò che, dopo il grande successo de La stranezza, è tornato a girare in Sicilia, il suo nuovo L’abbaglio .Attualmente sul set, “siamo arrivati a metà delle riprese” ha detto il regista che ha scelto un palcoscenico importante come quello di Cannes per mostrare in anteprima alla stampa le prime immagini del film insieme ai tre protagonisti Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone, che ritroviamo qui ancora una volta insieme dopo La stranezza. 

Di cosa parla il nuovo film di Roberto Andò

L’abbaglio è ambientato nel 1860 e si svolge durante l’epopea dei Mille in Sicilia che Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto, circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini interpretato da Toni Servillo. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò (Salvo Ficarra), un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale (Valentino Picone ), un illusionista. Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

“Il film parte da una storia che conoscevo, quella legata al colonnello Orsini, che mi ha offerto la possibilità di un innesto fantastico importante su una vicenda storica reale.  L’innesto con la fantasia crea un’emozione tra i tre personaggi principali interpretati da Toni, Valentino e Salvo in cui si mescola dramma e comicità” da detto il regista. “La linea comica che si innesta nel drammatico è il tono che mi è congeniale in questo momento della vita, è liberatorio, e penso che è un percorso che continuerò a seguire. La mescolanza dei generi libera qualche cosa, una visione di un fatto storico già conosciuto che si apre a una nuova interpretazione che ha quella leggerezza che permette di rivederlo in un modo inedito”. Mescolanza di registri di cui parla anche Servillo: “Questo film, il quarto che faccio con Andò, si inserisce in un racconto morale in cui la fantasia si innesta sull’episodio storico per farlo vedere con un atteggiamento nuovo, più emotivo, e per questo affascinante”. 

Servillo, Ficarra e Picone di nuovo insieme sul set

Non si sbottonano troppo i tre interpreti principali rispetto ai loro ruoli, “personaggi che stiamo ancora costruendo”. “Orsini è una sorta di Guevara, mal visto perché giudicato stravagante - racconta Servillo -  Si muove tra varie casacche, combatte diverse battaglia in nome della libertà. Ma quello che rende affascinante il suo personaggio è il fatto che sia un militare, anche determinato e feroce in alcuni momenti, che vive però il fortissimo conflitto interiore del ritenere che la soluzione dei conflitti nel sangue non serva a nulla, se non a fare vittime tra gli ultimi della storia”.

“Il mio personaggio è un contadino che si unisce alle truppe di Garibaldi dopo aver vissuto per un periodo in confinante ritorna in Sicilia”, racconta Salvo Ficarra. “I nostri personaggi sono due garibaldini un po’ stonati all’interno dell'epopea storica che tutti conosciamo. E' bello aggiungere un tono popolano all’interno di storie auliche e solenni. Il mio personaggio gioca a prendere in giro chi gli è attorno; recitare in siciliano ci dà una grande naturalezza”, aggiunge Valentino Picone.

Tommaso Ragno nei panni di Garibaldi

La regia è di Roberto Andò che ha scritto la sceneggiatura insieme a Ugo Chiti e Massimo Gaudioso. Nel cast anche Tommaso Ragno nei panni di Giuseppe Garibaldi,  Giulia Andò, Pascal Greggory, Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Giulia Lazzarini, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna.

L'importante compagine produttiva: Rai Cinema e Medusa Film con Netflix.

Notevole la compagine produttiva che si è schierata per realizzare questo progetto dall’importante budget di 18 milioni di euro: “Un’ avventura ambiziosa dal punto di vista produttivo”, come l'ha definita Angelo Barbagallo, produttore insieme a Attilio De Razza.

Il film è una produzione Tramp Limited e Bibi Film con Rai Cinema e Medusa Film, realizzato in collaborazione con Netflix.“E' difficile fare un film non internazionale con questo tipo di budget. Unire le forze di due grandi aziende per fare una storia italiana di alto budget è un fatto virtuoso, queste forme di collaborazione sono un bene per la nostra industria", ha sottolineato Paolo de Brocco che ha rivelato già la data di uscita del film, che arriverà in sala per O1 Distribution dal 16 gennaio. “È uno dei primi film che distribuiamo anche all’estero come Rai Cinema International Distribution. Il primo passaggio televisivo sarà Mediaset, poi andrà in Rai”, ha aggiunto. 

Una Sicilia inedita location di L’abbaglio

Il film è attualmente sul set tra Palermo e numerosi altri luoghi dell’isola (leggi la news con le anticipazioni), e il paesaggio, come ha sottolineato il regista, è uno dei protagonisti. “Si tratta di una Sicilia inedita, assai diversa da quella che siamo abituati a vedere rappresentata. Una Sicilia verde, fatta di boschi, di fiumi, di località impervie raggiungibili solo con i mezzi della forestale”, ha detto Andò citando, tra i luoghi delle riprese, oltre anche Trapani, il comune di Erice nel trapanese e quello di Contessa Entellina, Ficuzza, Caltabellotta, Palazzo Adriano. 

(Carmen Diotaiuti)