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Il Leopardi di Rubini: poeta dell’infinito, senza gobba. Set nelle Marche e a Mantova

29-08-2024 Carmen Diotaiuti Reading time: 5 minutes

VENEZIA - Un Leopardi moderno, vivace e vitale, “senza gobba”, capace di sorridere delle cose. Questo il ritratto che ha fatto del grande poeta e pensatore di Recanati Sergio Rubini per la miniserie Rai in costume Leopardi il poeta dell’Infinito, presentata Fuori Concorso a Venezia 81 e di cui erano già state mostrate allo scorso Festival di Cannes alcune prime immagini durante l’appuntamento all’Italian Pavilion del panel "Marche. Infinite storie, infiniti luoghi". Prodotta da IBC Movie, Rai Fiction e Rai Com, la serie descrive le varie sfaccettature del genio recanatese: il bambino prodigio, l’adolescente ribelle, il poeta romantico, il filosofo e pensatore, dall’infanzia alla morte. Una miniserie che, come evidenzia il regista, vede nell’incontenibile amore per la vita il motore che muove Leopardi e la sua poetica. 

"La continua tensione del poeta verso la vita si manifesta attraverso una voglia di libertà, di amore e di bellezza, a costo di mettere in discussione ogni ordine costituito, dalla famiglia al conformismo dei suoi contemporanei. Sarà sempre la ricerca dell’amore a spingere Leopardi nelle diverse fasi della vita”.

Un ritratto inedito del geniale letterato, interpretato da Leonardo Maltese (Rapito, Il Signore delle Formiche), che andrà in onda a dicembre in due puntate su Rai1: “Un vecchio progetto coltivato per ben 25 anni, e che finalmente ha visto la luce in un film importante, anche dal punto di vista del budget”, ha detto Rubini, che a proposito del film sottolinea di aver voluto mostrare "un Leopardi senza gobba, raccontare la morfologia del suo pensiero piuttosto che del suo fisico". Un Leopardi inedito, di cui viene mostrata la modernità, la capacità di sorridere, la vitalità. "Ho tolto la polvere scolastica dal suo personaggio, che è molto più complesso di quello che siamo abituati a conoscere”.

Marche ma non solo. Dove è stato girato Leopardi. Il poeta dell'infinito di Rubini

Ambientato e girato in buona parte nella Recanati natìa del poeta e nelle Marche:

“Sono entusiasta di aver girato qui: ho trovato piazze affascinanti, borghi intatti, teatri tra i più belli -  ha sottolineato Rubini- . C’ero già stato da attore con Piccioni per 'Il grande blek', ci sono tornato da regista. Ogni volta che sullo schermo compaiono le Marche c’è un'immagine icastica che cattura, e la capacità del cinema di diffondere queste immagini è fondamentale. Da pugliese so quanto la mia regione sia cambiata nell'immaginario anche grazie al cinema, che serve a divulgare non solo i luoghi in sè, ma la cultura di quel territorio”.

Il progetto è uno dei vincitori del Bando di sostegno alle produzioni audiovisive 2023 che la Regione Marche ha messo in campo attraverso la Fondazione Marche Cultura con fondi PR-FESR 2021-20217 e tra le location marchigiane scelte da Rubini, oltre che Recanati, le riprese si sono svolte anche a Montecassiano, Potenza Picena, Treia, Recanati, Offagna, Osimo, Pollenza, Ascoli Piceno e Macerata.

Ma il set non si è limitato alle Marche. La miniserie ha ricevuto il sostegno dell’Apulia Film Fund ed è stata girata per più di 3 settimane anche in Puglia, dove sono state ricostruite alcune sequenze ambientate a Napoli (Taranto vecchia e a Martina Franca), la residenza dell’amico di Leopardi Antonio Ranieri (Museo Civico Romanazzi Carducci di Putignano), ed è stata utilizzata la spiaggia di Vignanotica (Foggia) e la Tipografia Portoghese di Altamura (tipografia fiorentina e una tipografia milanese).

Le riprese hanno poi toccato anche Piemonte e Campania, e con una cospicua parte di girato a Mantova: “Del resto, Leopardi è stato abbastanza nomade nella sua breve vita", ha commentato Rubini, rivelando di non essere sempre andato a girare nei luoghi esatti dove ha vissuto il poeta, ma di avere, piuttosto, prediletto location facilmente modellabili sul set e adattabili al contesto che aveva in mente.

(Carmen Diotaiuti)