Nelle sale dal 21 novembre la storia degli ultimi giorni di Luigi XVI, Maria Antonietta e dei loro figli raccontata nel film d’apertura della 77ma edizione del Locarno Film Festival, "Le Déluge" di Gianluca Jodice. Il film è ambientato nel 1792, nel momento in cui i sovrani e i loro figli sono stati arrestati e imprigionati nella Torre del Tempio, un cupo e sinistro castello medievale alle porte di Parigi. Lontani dallo splendore di Versailles, sono isolati e vulnerabili per la prima volta nella loro vita.
Quando si parla di Maria Antonietta e Luigi XVI vengono subito alla mente merletti, alte parrucche, vestiti sgargianti, Versailles oppure la ghigliottina. Tra questi due estremi, c’è un tempo sconosciuto: i pochi mesi in cui gli ultimi re e regina di Francia con i loro due figli vennero incarcerati in attesa di essere giustiziati. Un tempo breve e condensato, dove tutte le maschere e i simboli di un’epoca caddero: quella dei due reali come figure pubbliche e private e quelle della Storia che voltò definitivamente pagina.
Una coproduzione Italia – Francia realizzata in Piemonte per 7 settimane di riprese (tra dicembre 2022 e marzo 2023) con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte nei luoghi delle Residenze Sabaude, presso il Castello Ducale di Agliè, la Reggia di Venaria Reale, la Palazzina di Caccia di Stupinigi e il Parco di Stupinigi di Nichelino, location e comuni coinvolti grazie alla Rete regionale della Fondazione (scopri tutte le location nella scheda film).
Gli interni sono stati ricostruiti a Roma, come racconta il regista Gianluca Jodice che firma anche la sceneggiatura insieme a Filippo Gravino.
Il film si divide in tre atti - ‘gli dei’, ‘gli uomini’, ‘i morti’ - quasi come fossero le tre età dell’uomo. Il primo atto è ambientato in un enorme salone dove i rivoluzionari hanno provvisoriamente sistemato alla meno peggio i reali. Qui ci sono ancora gli dei, ovvero il re e la regina in arresto, che conservano ancora i loro titoli e i loro simboli. La messa in scena è come l’ultimo dipinto del ‘700, e la macchina da presa riprende sinuosamente le residue ritualità e dinamiche regali.
Nel secondo atto ci spostiamo nelle anguste e sporche celle dei piani superiori del castello. La situazione generale subisce un veloce tracollo. Lo stile è più secco, violento, la macchina da presa più nervosa, vicina al respiro e alla sofferenza dei protagonisti, spogliati ormai di tutti i loro privilegi e diventati uomini comuni.
Il terzo atto è l’atto della morte. Tutto è più sussurrato, cupo, riflessivo. È sparita la violenza, la contrapposizione monarchia/rivoluzione, anzi una strana e naturale vicinanza si instaura tra le parti fino ad ora contrapposte, e il linguaggio si fa più spoglio, essenziale, fatto di primi piani e di dettagli. È la fine.
Nei panni di Luigi XVI e Maria Antonietta le star francesi Guillaume Canet e Mélanie Laurent. Nel cast anche Aurore Broutin, Hugo Dillon, Tom Hudson, Roxane Duran, Anouk Darwin Homewood, Vidal Arzoni e Fabrizio Rongione.
Ad affiancare i grandi nomi della troupe, come Daniele Ciprì (Direttore della fotografia), Massimo Cantini Parrini (Costumista), Tonino Zera (Scenografo) e Aldo Signoretti (Wig and hair designer), numerosi professionisti locali nella troupe, che ha coinvolto un gran numero di maestranze locali tra cui Stefano Blisa (Segretario di produzione), Emanuela Minoli (Location manager), Chiara Moretti (Coordinatrice figurazioni), Carlotta Desmann (Arredatrice), oltre a un gran numero di figurazioni speciali
Le Déluge è una una produzione Ascent Film con Rai Cinema e Adler; in coproduzione con Quad; realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte; coprodotto da Yann Zenou; prodotto da Marco Colombo; prodotto da Matteo Rovere e Andrea Paris.
(Carmen Diotaiuti)