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Il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’industria audiovisiva: opportunità, sfide ed implicazioni per il diritto d’autore e la tutela di creatori e artisti

02-09-2024 Monica Sardelli Reading time: 6 minutes

Trasparenza, diversità culturale, equo compenso, tutela del diritto d’autore: sono i temi di discussione emersi alla tavola rotonda “Il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’industria audiovisiva: opportunità, sfide ed implicazioni per il diritto d’autore e la tutela di creatori e artisti” organizzata dalla DGCA – MiC, in collaborazione con la DG CNECT della Commissione europea, che ha riunito, nella cornice di Venezia 81, le istituzioni, le autorità di regolamentazione e l’industria.

Un tema, quello dell’IA, dibattuto più volte in questi giorni tra gli addetti ai lavori presenti al Lido, poiché il suo rapido progresso ha iniziato a modificare in modo significativo il panorama dell’industria audiovisiva. Dalla sceneggiatura alla post-produzione, infatti, le tecnologie di IA – in particolar modo quelle generative – stanno creando sia nuove opportunità che sfide per il mercato.

Dal punto di vista del diritto d'autore, l'emergere di strumenti di IA generativa solleva due questioni: i) l'utilizzo di contenuti protetti dal diritto d'autore come dati per “addestrare” modelli di IA ("input") e l'eventuale applicazione del diritto d'autore agli output generati da (o con l’ausilio di) tecnologie di IA ("output").

Relativamente all’input La direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale del 2019 ha introdotto due nuove eccezioni per la conduzione di processi di estrazione di testo e di dati (text and data mining o TDM). In particolare, l'articolo 4(3) della direttiva rappresenta un'importante misura di bilanciamento che consente ai titolari dei diritti di mantenere il controllo sui loro contenuti (ad esempio, per negoziarne l'uso commerciale) o di escluderli completamente dai processi TDM, compresi quelli sottesi alle tecnologie di IA generative (possibilità di riserva/opt-out).

La legge sull'IA (AI Act) comprende disposizioni mirate a migliorare la trasparenza dei dati di addestramento sull'IA e sostenere il rispetto delle norme dell'UE sul diritto d'autore. Introduce due obblighi per i fornitori di modelli di IA per finalità generali (GPAI):

a)      mettere in atto una politica per rispettare il diritto d'autore dell'Unione, in particolare per individuare e rispettare la riserva di diritti nell'ambito dell'eccezione TDM.

b)     elaborare e rendere disponibile al pubblico una sintesi sufficientemente dettagliata dei contenuti utilizzati per la formazione, secondo un modello fornito dall'Ufficio per l'IA.

Per quanto riguarda l’output, ovvero la generazione di contenuti mediante IA, il diritto d'autore dell'UE richiede che la protezione del diritto d'autore sia il risultato dello sforzo umano che riflette la "creazione intellettuale dell'autore stesso". Pertanto, se i sistemi di IA generativi generano output senza scelte creative umane, tale output è escluso dalla protezione del diritto d'autore. Tuttavia, si discute se e in quale misura i contenuti generati con l'assistenza dell'IA possano attrarre la protezione del diritto d'autore.

In Italia, il disegno di legge approvato in aprile si propone di armonizzare la legislazione nazionale all’insegna di un’adozione responsabile dell’IA. La bozza mira ad integrare la normativa europea, favorendo l’identificazione e il riconoscimento dei sistemi di IA nella creazione di contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici.

Allo stesso tempo, ci si propone di tutelare il diritto d’autore per quanto riguarda le opere generate con l’aiuto dell’Intelligenza artificiale. Il testo si propone di novellare la normativa nazionale sul diritto d’autore chiarendo che le “opere dell’ingegno” protette devono essere di origine “umana” e che anche le opere create con l’ausilio di strumenti di intelligenza artificiale sono protette dal diritto d’autore, a condizione che la loro creazione derivi del lavoro intellettuale dell'autore.

Il Comitato diritto d’autore del Ministero della Cultura, dopo aver elaborato ad inizio anno un documento di posizionamento in merito all’impatto dell’IA sul diritto d’autore, è stato chiamato a fornire il proprio supporto consultivo in merito al suddetto progetto di legge sottolineando il necessario bilanciamento fra esigenze di espansione dell’economia digitale e tutela ed incentivo alla creatività umana. All’interno del nuovo Decreto Tax Credit, il MiC ha introdotto alcune norme in relazione all’eleggibilità dei costi sopra la linea relativi all’utilizzo di IA nonché obblighi di trasparenza.

Sono stati invitati al dibattito: il Direttore Media DG CNECT Giuseppe Abbamonte, il Presidente di AGCOM Giacomo Lasorella e i principali rappresentanti dell’industria audiovisiva: Simonetta Amenta (A.G.I.C.I.), Emilie Antohonis (MPA – EMEA), Federico Bagnoli Rossi (FAPAV), Barbara Bertelli (BeLaw), Manuela Cacciamani (Cinecittà), Roberta Cucco (Sky Italia), Gianluca Curti (CNA Cinema e audiovisivo), Chiara Della Casa (Comitato diritto d’Autore del Mic), Rosario Alfredo Donato (CRTV), Livia Ferraro (Amazon), Beatrice Flammini (NBCUniversal), Giorgio Glaviano (WGI), Barbara Hayes (SAA), Valerio Jalongo (100Autori), Alexandra Lebret (EPC), Giampaolo Letta (Medusa), Carolina Lorenzon (Mediaset), Chris Marcich (EFAD), Paolo Marzano (Legance), Francesca Medolago Albani (Anica), Salvatore Nastasi (SIAE), Francesco Ranieri Martinotti (ANAC), Carlo Rodomonti (RAI Cinema), Francesco Rutelli (ANICA), Chiara Sbarigia (APA), Salvatore Sica (Comitato diritto d’Autore del Mic), Gaia Tridente (MIA).

(Monica Sardelli)