Dal 16 settembre al 7 ottobre, ogni lunedì per 4 prime serate, va in onda la serie Rai in 8 episodi Brennero, con Elena Radonicich e Matteo Martari prodotta da Cross Productions.
La serie è ambientata a Bolzano, città inserita in un territorio da sempre caratterizzato da bilinguismo e dalla convivenza tra persone di cultura tedesca e di cultura italiana. Chi arriva per la prima volta in città potrebbe immaginare di trovarsi in Germania. I cartelli per strada sono scritti in tedesco, alcune persone non ti capiscono se chiedi un’informazione, serve addirittura che si superi un esame di lingua tedesca se si vuole accedere alle cariche pubbliche. Gli stessi cittadini sono spaccati in due: da un lato i tedeschi, precisi, rigorosi e benestanti; dall’altro gli italiani, chiassosi e calorosi.
È in questo contesto che si inserisce la storia di Eva, una giovane e rampante PM di cultura tedesca, e di Paolo, un ispettore di origini italiane, nato e cresciuto a Bolzano, costretti,nonostante le evidenti differenze culturali e di estrazione sociale, a lavorare insieme a seguito del ritrovamento di un cadavere.
Una PM originaria di una facoltosa famiglia di lingua tedesca e un ispettore di lingua e cultura italiana con un passato difficile sono costretti a lavorare insieme al caso di un serial killer. Entrambi sembrano inizialmente rappresentare lo stereotipo della propria cultura: austera, fredda e razionale lei; affascinante, spaccone e avventato lui. Ma è davvero così o sono solo semplici pregiudizi?
La frequentazione coatta porterà Eva e Paolo a scoprirsi diversi da quello che pensano. Superando le reciproche diffidenze e facendo squadra, Eva Kofler e Paolo Costa daranno la caccia ad uno spietato assassino, conosciuto come il "mostro di Bolzano" tornato a colpire dopo anni, riaprendo le ferite e le tensioni culturali che hanno segnato per decenni la città.
Nel cast i due protagonisti, interpretati da Elena Radonicich e Matteo Martari, sono affiancati da Richard Sammel, Lavinia Longhi, Luka Zunic, Sinead Thornhill, Paolo Briguglia, Anita Zagaria, Katja Lechthaler, Lia Grieco.
La storia prende spunto da un episodio storico realmente accaduto del 1961 e conosciuto come la “notte dei fuochi”. Fu la notte in cui un gruppo di attivisti sudtirolesi, con l’intento di attirare l’attenzione internazionale sulla questione dell’autonomia dell’Alto Adige, danneggiò con una serie di attentati le infrastrutture energetiche della regione.
All’evento storico si aggancia, in Brennero, l’elemento di finzione: uno spietato serial killer noto come “il mostro di Bolzano”, è tornato a colpire dopo decenni. Le indagini vengono affidate alla giovane e inesperta PM Eva Kofler (Elena Radonicich), proveniente da una facoltosa famiglia di cultura tedesca, nonché figlia dell’ex procuratore capo di Bolzano e moglie dell’attuale prefetto. Ad affiancarlo l’impulsivo ispettore Paolo Costa (Matteo Martari), di lingua e cultura italiana, a cui il mostro ha portato via una gamba e la partner.
La città di Bolzano, con i suoi portici, le piazze e i vicoli, circondata da uno scenario naturale di grande impatto, è protagonista e parte integrante di questa storia: sin dai primi fotogrammi, quando un uomo di cultura tedesca viene trovato ucciso in vicolo Guido Anton Muss. Le riprese hanno coinvolto diverse vie e piazze cittadine: piazza Walther, piazza del Grano, piazza delle Erbe, via della Mostra, viale Venezia, via Rasmo, il ponticello Museion e il ponte e i giardini Talvera, piazza della Vittoria.
Grande attenzione anche alla scelta delle abitazioni: la benestante Eva vive con il marito e il padre presso Castel Giovanelli, mentre il nascondiglio del mostro è lo scenografico Castello di Monticolo (Seeschlössl), costruito attorno al 1888 in stile medievale in mezzo al bosco nei pressi del lago di Monticolo ad Appiano sulla Strada del Vino.
"Il panorama naturalistico mozzafiato è senza dubbio uno dei punti di forza della serie, quasi fosse un personaggio, e abbiamo cercato di restituirne la magia e la spettacolarità, ma la serie vuole anche riportare il particolare quadro socio-culturale che caratterizza questa zona d’Italia. Grazie alle sue due anime infatti, quella di madrelingua tedesca e quella italiana, la città di Bolzano è riuscita a rifiorire risolvendo i conflitti e le frizioni che l’annessione post-bellica aveva inizialmente scatenato" – hanno dichiarato i due registi Davide Marengo e Giuseppe Bonito. – Grande attenzione è stata data alla cura delle location e dei costumi, nella ricerca della più grande attinenza alla realtà, e al contempo volendo sottolineare ancora una volta la differenza e la varietà stilistica e architettonica che si può trovare nel Sudtirolo”.
(Monica Sardelli)