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Piattaforme social e equo compenso del contenuto artistico

23-10-2024 Carmen Diotaiuti Reading time: 4 minutes

Alla Festa di Roma il panel "Film, Musica e piattaforme social: quale futuro per i compensi agli artisti", organizzato da NUOVO IMAIE, ha esplorato i meccanismi di funzionamento e monetizzazione delle principali piattaforme social, focalizzandosi sulle misure in adozione e da adottare per garantire giusti compensi agli artisti per lo sfruttamento dei contenuti audiovisivi.

Giulio Gaudiano conduttore di “Strategia Digitale” e presidente ASSIPOD, sottolinea come i 5 social principali condividano un modello di business basato sulla promozione, in cui è il contenuto audio e video a creare valore. “Nel 2023 Meta ha guadagnato circa 369 milioni di dollari al giorno, YouTube intorno 86 milioni, TikTok 35. Al di là degli abbonamenti previsti in alcune piattaforme e delle donazioni volontarie ai creator, sono tutti introiti derivanti da pubblicità. Sui social si genera valore economico, l’utente guarda la pubblicità in attesa del contenuto che vuole vedere. Quindi il social non è considerabile tanto come locandina, qualcosa che promuove un contenuto esistente fuori, ma è il contenuto vero e proprio”.

Qualche passo è stato fatto: la direttiva copyright della legge sul diritto d’autore oggi prevede che la diffusione in rete da parte dei social mediadi contenuti, costituisce un “atto di comunicazione al pubblico” o, alternativamente, un “atto di messa a disposizione”.  Ma ancora c’è molto da fare in termini di norme per tutelare gli artisti, come rimarca il presidente NUOVO IMAIE Andrea Miccichè: “La legge sul diritto d’autore negli ultimi anni rincorre in maniera affannata l’evoluzione dei social. Un passo si è fatto quando si è introdotto legalmente il concetto di ‘messa a disposizione’, cui deriva il pagamento dell’equo compenso. Se richiamo su Spotify un brano di Noemi, ho fatto una scelta musicale rispetto a ciò che era a disposizione, però se guardo un tutorial in cui in sottofondo c’è una canzone di Noemi, in quel caso non ho operato alcuna scelta sulla musica. In questo caso si deve parlare di comunicazione al pubblico, che va retribuita”.

Gianmarco Tognazzi, attore e portavoce settore audiovisivo NUOVO IMAIE interviene sul tema della catena dei diritti ceduti: “La nostra categoria non ha avuto consapevolezza di cosa voglia dire cedere i diritti. Parto dal primo supporto, la foto, per denunciare come non ne abbiamo gestito sin da quel momento la catena: per le foto il diritto è del fotografo, ma non è pensabile che il fotografato non ne abbia. Dobbiamo trovare una compattezza diversa rispetto alla tutela dei nostri diritti legati allo sfruttamento delle opere a cui abbiamo preso parte, così come delle immagini. Parlando dei social, poi, grande invenzione ma gestita volontariamente male, ci si può nascondere dietro un nickname. Non è giusto, andrebbe regolamentato questo aspetto, magari introducendo formule di iscrizione con SPID, per garantire che sia una piattaforma di rispetto artistico. Si possono con facilità cercare e scaricare film interi, non è pensabile. Così come non è pensabile, parlando di equo compenso, che uno stesso prodotto si venda a cento per la tv e a una cifra irrisoria per la piattaforma, dove sappiamo ormai consumarsi buona parte della fruizione del contenuto".

(Carmen Diotaiuti)