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Il rapporto tra produzioni e beni culturali

10-07-2019 Reading time: 2 minutes

Negli ultimi mesi si è discusso molto del rapporto tra cinema e beni culturali, e delle opportunità e problematiche relative all’uso dei beni per le riprese audiovisive e cinematografiche. È in fase di elaborazione un tariffario che la DG Musei del Mibac sta preparando e condividendo con la DG cinema e le Film Commission che, nonostante le difficoltà, rappresenta una chiara presa di posizione a favore di un sistema armonizzato di accesso e utilizzo dei beni culturali che sia normato e applicato a tutti i beni nazionali.

Nel frattempo, la DG Cinema ha attivato, in seno al Coordinamento nazionale delle FC, un gruppo di lavoro misto, con una rappresentanza di regioni e film commission dedicato proprio all’argomento in questione. Aprire i beni culturali al cinema rappresenta una grossa opportunità per il nostro patrimonio. I beni culturali percepiscono degli incassi per la concessione d’uso per le riprese, ma i benefici maggiori derivano dall’effetto promozione e dall’indotto che l’arrivo di una produzione può portare in una determinata area, in termini di potenziale incremento dei visitatori. Una riflessione valida non solo per musei o aree archeologiche ben noti al grande pubblico internazionale, ma anche e soprattutto per quei beni poco conosciuti in Italia e all’estero che beneficerebbero di promozione pressoché gratuita.

Da un lato le tariffe dovrebbero tener conto della concorrenza internazionale e valutare il mancato incasso alla luce del potenziale ritorno in termini promozionali. Dall’altro, un punto di forza del nostro territorio è la grandissima varietà e qualità di paesaggi. Il nostro patrimonio deve dunque diventare un valore aggiunto ma a tariffe accessibili. Nell’utilizzo dei beni è inoltre importante rispondere alle esigenze di tutela, conservazione, sicurezza e valorizzazione del bene. Su quest’ultimo punto diviene indispensabile il lavoro di mediazione delle film commission.