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Un viaggio nella Torino “Città del Cinema”

19-11-2019

Nel 2020 ricorrerà il ventennale dalla nascita della Film Commission Torino Piemonte, una delle più longeve e attive sul territorio italiano che ha contribuito, con il suo lavoro, a imprimere indelebilmente su pellicola alcuni luoghi iconici della città.

Il legame storico tra Torino e il cinema ha portato negli anni alla nascita di un complesso di eccellenze in città che spazia dalla formazione all’intrattenimento, dai festival alla rete museale. Tra i numerosi festival che hanno rafforzato l’immagine della Torino del Cinema il Torino Film Festival, giunto quest’anno alla 37^ edizione, si è affermato come uno dei più importanti nel panorama nazionale e internazionale, proponendo un cinema giovane, attento all’innovazione del linguaggio cinematografico, ai nuovi autori e alle nuove tendenze.

Parte integrante della città è inoltre il Museo Nazionale del Cinema, situato non a caso in uno dei monumenti simbolo della città, la Mole Antonelliana, il cui peculiare allestimento, sviluppato a spirale verso l’alto e articolato su più livelli espositivi, investe il visitatore di continui stimoli visivi e uditivi, dando la sensazione di assistere alla proiezione di un film. La mole e il museo hanno servito il cinema nella doppia funzione di contenitore della storia del cinema e di location di film: tra questi, Dopo Mezzanotte, film del 2004 di Davide Ferrario, racconta proprio di un guardiano notturno del museo che trascorre il tempo al suo interno a guardare film muti.

Elencare i film girati in città è un’operazione assai lunga e complessa, ma sicuramente non si può non citare Cabiria, kolossal del cinema muro girato da Giovanni Pastrone nel 1914 che ebbe tra gli sceneggiatori Gabriele D’Annunzio. Negli anni vi sono passati i più grandi registi: Michelangelo Antonioni, per Le Amiche (1955), Mario Monicelli per I Compagni (1963) e Le coppie (1971), Lina Wertmüller per Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Dino Risi per Profumo di donna (1974) e poi ancora Scola, Verdone, Tognazzi, Comencini, in una lista infinita che tocca anche Woody Allen e recentemente Matthew Vaughn.

Tra i registi affezionati alla città ricordiamo Dario Argento, maestro dell’horror che considerava Torino il “luogo dove i miei incubi stanno meglio”. Di Profondo Rosso (1975) è impossibile non ricordare la maestosa fontana di Piazza Cln con il gigante marmoreo, raffigurazione allegorica del Po. Nel Gatto a nove code (1971) e Non ho sonno (2001) alcune indagini per omicidio portano all’interno del Cimitero Monumentale cittadino. Anche Argento si infine è lasciato affascinare da uno dei set a cielo aperto più utilizzati della città, il Parco del Valentino, la cui Fontana dei 12 mesi fa da sfondo ad una scena di Ti piace Hitchcock?, film tv del 2005.

(Nella foto: Piazza Castello)