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La Valle d’Aosta è un set: le azioni promosse dalla Film Commission Vallée d’Aoste per la valorizzazione del territorio

22-12-2021 Reading time: 3 minutes

La collaborazione tra cinema e realtà locali sta lasciando eredità positive in Valle d’Aosta, nella prospettiva della restituzione e non dell’uso occasionale di location suggestive: merito dei paesaggi unici, dei borghi caratteristici e del supporto che Film Commission e Regione forniscono alle produzioni. È il caso del film Le otto montagne, una produzione internazionale realizzata da Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch che, fin dai primi sopralluoghi, sono stati catturati dalla bellezza della regione e dall’accoglienza dei locali e delle istituzioni. Tratto dal libro di Paolo Cognetti vincitore del Premio Strega nel 2017, edito da Einaudi, il film è interpretato da Luca Marinelli (anche volto di Diabolik dei Manetti Bros girato in parte a Courmayeur), Alessandro Borghi, Filippo Timi ed Elena Lietti.

“Come Film Commission Vallée d’Aoste – spiega la direttrice Alessandra Miletto – uno dei nostri compiti è cercare di attirare nella nostra regione il più alto numero di produzioni audiovisive; ciò perché ogni produzione che gira sul nostro sul territorio porta grande visibilità e benefici a vario livello: promozionale, economico, culturale, occupazionale. Lo facciamo fornendo una efficace assistenza logistica e attraverso il sostegno economico del nostro Film Fund, in una percentuale che è determinata dalla spesa che la produzione effettua sul territorio. Nel caso del film Le otto montagne il territorio assume un ruolo di personaggio, fondamentale ai fini della narrazione e rappresentato con estrema fedeltà, con il chiaro intento di restituire la cultura e il paesaggio montano della Valle rimanendo il più possibile aderenti alla realtà e all’atmosfera dei luoghi. Un legame che si è esteso anche ad azioni tangibili e durature che rimarranno a beneficio di tutta la comunità”.

Le otto montagne è stato girato per buona parte a Graines, frazione del comune di Brusson (Val d’Ayas) e nel suo Museo. L’edificio è un affascinante esempio di cultura materiale che, tra i suoi spazi, conserva la latteria e la piccola scuola. La produzione si è inserita nel progetto di riqualificazione e consolidamento presentato dalla Consorteria a cui appartiene il Museo. Le Consorterie, o domini collettivi, sono una forma di proprietà comunitaria tradizionale diffusa in tutte le Alpi, ma particolarmente sentita in Valle d’Aosta, che si prendono cura dei beni comuni – pascoli, boschi, acque, sentieri, edifici destinati a un uso pubblico come la scuola – garantendone il godimento esclusivo alle comunità di riferimento. In cambio dell’uso degli spazi, la produzione ha fatto realizzare interventi di consolidamento e di restauro, eseguiti nel rispetto delle norme di tutela paesaggistica e impiegando artigiani e ditte locali, gli unici in grado di operare nel rispetto della tradizione.

(Mo.Sa)