Cinque settimane di riprese in Piemonte, che si concluderanno il prossimo 20 febbraio, per Non morirò di fame, diretto da Umberto Spinazzola, regista di trasmissioni televisive di grande successo a tema gastronomico, come Masterchef Italia e Hell’s Kitchen, che aveva fatto il suo esorsio la lungometraggio con Cous Cous Don’t Stop The Music (1996), finalista ai Globi d’Oro come miglior opera prima e migliore colonna sonora.
Il film racconta la storia di Pier, un ex top chef con un passato oscuro diventato un senzatetto, interpretato dall’attore torinese Michele Di Mauro. L’amore per la cucina tornerà, grazie ad un lungo viaggio nel mondo dello spreco alimentare, condotto anche per recuperare il rapporto con la figlia adolescente Anna.
Le riprese di si sono svolte prevalentemente a Torino e dintorni, e a Carignano, sul Lago Arenile, dove è stata allestita la baracca-abitazione del protagonista. Prodotto da La Sarraz Pictures di Alessandro Borrelli con Rai Cinema, insieme alla canadese Megafun Productions, il film è stato realizzato con il contributo del Piemonte Film Tv Fund (POR FESR Piemonte 2014-2020 - Azione III.3c.1.2) e il sostegno di Film Commission Torino Piemonte,
Composto per la maggior parte da attori locali e professionisti piemontesi il cast artistico e tecnico: insieme al protagonista Michele Di Mauro si segnalano Chiara Merulla al suo debutto cinematografico nel ruolo della figlia di Pier, insieme a Riccardo Lombardo (Annibale nella finzione) e Olivia Manescalchi (nel ruolo di Lucia). Sul set anche l’artista polacco Jerzy Stuhr (nell’importante ruolo del vecchio clochard Granata) noto al pubblico italiano per la sua partecipazione ad alcuni film di Nanni Moretti e in quelli di Krzysztof Kieslowski, insieme all’attrice canadese di origini italiane Claudia Ferri. Tra le maestranze piemontesi coinvolte (oltre al 90% dell’intera troupe) troviamo lo scenografo Giorgio Barullo, la costumista Anna Filosa, l’organizzatore generale Daniele Manca, l’aiuto regia Francesco Palmero e i location manager Sara Montironi e Leonardo Berardi.
(Car.Di)