Camminando per le strade della città, inizierete un viaggio nel tempo e nello spazio che vi coinvolgerà in un gioco di specchi, immagini e video attraverso suggestioni legate al cinema realizzato a Torino da inizio Novecento ai giorni nostri. 20 postazioni multimediali che raccontano vite, storie ed epoche diverse e vi faranno immergere nei luoghi iconici del capoluogo piemontese. Ritroverete una città dalle mille sfumature, che racconta delle sue vicende cinematografiche fatte di battaglie, corse automobilistiche, assassini e risate in una Torino contemporanea e dalla natura sempre cinematografica.
Stampa itinerario File allegatiIl viaggio nella Settima Arte “made in Torino” non può che iniziare da Cabiria, capolavoro del muto di Giovanni Pastrone che alla vigilia della Grande Guerra diede lustro all’industria cinematografica subalpina. Un simbolico benvenuto ai turisti in arrivo e un invito a immergersi idealmente nel grembo di una città da sempre all’avanguardia, capace di profondi cambiamenti. E di cui l’antro vetrato di Porta Susa, hub ferroviario fra i più moderni d’ Europa, dal 2009 è degno testimone. Nella seconda metà dell’Ottocento i treni s’attestavano a due passi, nell’antica stazione che ne La seconda volta di Mimmo Calopresti vede Nanni Moretti allontanarsi per sempre da Valeria Bruni Tedeschi. Durante il Risorgimento, migliaia gli esuli del Lombardo Veneto che, passando dal Ticino e raggiunta Arona in vaporetto, approdavano in città per unirsi a Garibaldi sognando l’Unità d’Italia. L’edificio appare anche sullo sfondo di Manila paloma bianca di Daniele Segre, e de I compagni di Monicelli, in questo caso fedelmente ricostruito in Jugoslavia. La Stazione diventa più recentemente anche set per il film La vita possibile di Ivano De Matteo con Margherita Buy e Valeria Golino.
Il viaggio nella Settima Arte “made in Torino” non può che iniziare da Cabiria, capolavoro del muto di Giovanni Pastrone che alla vigilia della Grande Guerra diede lustro all’industria cinematografica subalpina. Un simbolico benvenuto ai turisti in arrivo e un invito a immergersi idealmente nel grembo di una città da sempre all’avanguardia, capace di profondi cambiamenti. E di cui l’antro vetrato di Porta Susa, hub ferroviario fra i più moderni d’ Europa, dal 2009 è degno testimone. Nella seconda metà dell’Ottocento i treni s’attestavano a due passi, nell’antica stazione che ne La seconda volta di Mimmo Calopresti vede Nanni Moretti allontanarsi per sempre da Valeria Bruni Tedeschi. Durante il Risorgimento, migliaia gli esuli del Lombardo Veneto che, passando dal Ticino e raggiunta Arona in vaporetto, approdavano in città per unirsi a Garibaldi sognando l’Unità d’Italia. L’edificio appare anche sullo sfondo di Manila paloma bianca di Daniele Segre, e de I compagni di Monicelli, in questo caso fedelmente ricostruito in Jugoslavia. La Stazione diventa più recentemente anche set per il film La vita possibile di Ivano De Matteo con Margherita Buy e Valeria Golino.
Il viaggio nella Settima Arte “made in Torino” non può che iniziare da Cabiria, capolavoro del muto di Giovanni Pastrone che alla vigilia della Grande Guerra diede lustro all’industria cinematografica subalpina. Un simbolico benvenuto ai turisti in arrivo e un invito a immergersi idealmente nel grembo di una città da sempre all’avanguardia, capace di profondi cambiamenti. E di cui l’antro vetrato di Porta Susa, hub ferroviario fra i più moderni d’ Europa, dal 2009 è degno testimone. Nella seconda metà dell’Ottocento i treni s’attestavano a due passi, nell’antica stazione che ne La seconda volta di Mimmo Calopresti vede Nanni Moretti allontanarsi per sempre da Valeria Bruni Tedeschi. Durante il Risorgimento, migliaia gli esuli del Lombardo Veneto che, passando dal Ticino e raggiunta Arona in vaporetto, approdavano in città per unirsi a Garibaldi sognando l’Unità d’Italia. L’edificio appare anche sullo sfondo di Manila paloma bianca di Daniele Segre, e de I compagni di Monicelli, in questo caso fedelmente ricostruito in Jugoslavia. La Stazione diventa più recentemente anche set per il film La vita possibile di Ivano De Matteo con Margherita Buy e Valeria Golino.
Il viaggio nella Settima Arte “made in Torino” non può che iniziare da Cabiria, capolavoro del muto di Giovanni Pastrone che alla vigilia della Grande Guerra diede lustro all’industria cinematografica subalpina. Un simbolico benvenuto ai turisti in arrivo e un invito a immergersi idealmente nel grembo di una città da sempre all’avanguardia, capace di profondi cambiamenti. E di cui l’antro vetrato di Porta Susa, hub ferroviario fra i più moderni d’ Europa, dal 2009 è degno testimone. Nella seconda metà dell’Ottocento i treni s’attestavano a due passi, nell’antica stazione che ne La seconda volta di Mimmo Calopresti vede Nanni Moretti allontanarsi per sempre da Valeria Bruni Tedeschi. Durante il Risorgimento, migliaia gli esuli del Lombardo Veneto che, passando dal Ticino e raggiunta Arona in vaporetto, approdavano in città per unirsi a Garibaldi sognando l’Unità d’Italia. L’edificio appare anche sullo sfondo di Manila paloma bianca di Daniele Segre, e de I compagni di Monicelli, in questo caso fedelmente ricostruito in Jugoslavia. La Stazione diventa più recentemente anche set per il film La vita possibile di Ivano De Matteo con Margherita Buy e Valeria Golino.