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'Hanno ucciso l'Uomo Ragno': la leggenda degli 883 nella prima serie di Sibilia. Riprese tra Pavia e Roma

07-10-2024 Carmen Diotaiuti Reading time: 9 minutes

È il febbraio del 1992. Dal nulla, all’improvviso, esce un album di sole 7 canzoni che vola in vetta alle classifiche dei dischi più venduti in Italia. Due ragazzotti sconosciuti dalla provincia di Pavia, amici e nerd, diventano di colpo due leggende metropolitane, gli '883', come la cilindrata del modello base dell'Harley-Davidson. Fino a quel momento i cantanti tendevano a ritrarsi come vincenti, belli e dannati che spezzavano cuori. Loro no, loro sono il 'modello base'. Sono come la maggior parte dei ragazzi normali, cresciuti nel grigiore della provincia, che hanno grandi sogni che fanno fatica a realizzare. Nelle loro canzoni si possono identificare tutti, e questo si rivela di colpo la chiave del successo.

Negli Anni ’90 i cantanti erano dei fighi pazzeschi. Dal nulla arrivano loro: erano primi in classifica, ma non li facevano vedere perché non venivano considerati abbastanza fighi. Erano dei nerd, ma non quelli sexy, quelli veri, che lo rivendicano nei loro testi. La loro storia è tutta lì dentro e nella scelta di chiamarsi 883”, sottolinea Sydney Sibilia, alla regia della della sua prima serie, Hanno Ucciso L’uomo Ragno, che firma insieme ad Alice Filippi (Sul più bello, SIC) e Francesco Ebbasta (Addio fottuti musi verdi, Generazione 56k).

Una storia di provincia, di amicizia, di voglia di riscatto e paura di non farcela, di due ragazzi su cui nessuno voleva scommettere, loro per primi. In cui tornano a sfavillare in tutto il loro iconico splendore e con una punta di nostalgia, i mitici Anni ’90, “gli anni dei Roy Rogers come jeans”, delle corse a tutta velocità in due sui Ciao truccati, delle telefonate anonime dalle cabine alla ragazza che non si ha il coraggio di affrontare a viso aperto. 

Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883 è una serie Sky Original prodotta da  Sky Studios e Groenlandia (società del Gruppo Banijay) e va in onda su Sky in 8 puntate a partire dall'11 ottobre

120 location e 10 città coinvolte. Le riprese tra Pavia e Roma

Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli interpretano Max Pezzali e Mauro Repetto

Molte delle riprese hanno naturalmente coinvolto Pavia, sfondo reale dove si svolge prevalentemente la storia del gruppo. Il Comune ha concesso alla serie, insieme al Parco Ticino, il patrocinio per le location. Diverse le zone interessate: la zona del Borgo Ticino, dove è stata posizionata idealmente la casa di Max Pezzali, e il centro storico, al di là del fiume, dove abita invece Mauro Repetto. La zona di piazzale Ghinaglia e del Borgo Basso, il Ponte Coperto, la zona del Ticino sottostante Lungoticino Sforza, dove i due amici hanno il loro posto speciale, dove si raccontano e iniziano a scrivere. Ma anche alcune strade periferiche, come Ca’ della Terra, via Lardirago e via Tavazzani.

A Milano la produzione ha girato alla Stazione centrale e all'Alcatraz, uno dei locali attualmente più in voga della città divenuto per l'occasione il leggendario Rolling Stone, il tempio del rock dove il duo tenne il primo concerto. 

Diverse le settimane di riprese a Roma e nel Lazio. Il parco acquatico Hydromania è stato trasformato nell'Aquafan di Riccione di inizi Anni ‘90, con la ricostruzione del box di Radio Deejay dove Max e Mauro arrivano per esibirsi di fronte a una folla di giovani e vengono poi chiamati a rapporto da Claudio Cecchetto. Pure il Festivalbar e lo stesso Jolly Blue compaiono nelle ambientazioni iconiche riprodotte a Roma e negli altri sette paesi laziali coinvolti, tra cui Santa Marinella, San Gregorio da Sassola, con riprese nel locale campo sportivo, il borgo sabino di Casperi, con set nella zona di Palazzo Forani, e Ardea, con riprese nei pressi via Bergamo.

“Per raccontare qualcosa di così presente nell’immaginario di intere generazioni, come gli 883, bisognava ricreare un contesto di provincia che fosse sì quello dell’adolescenza di Max e Mauro, ma nel quale tutti potessero rivedersi in sella ad un Sì o in una sala giochi. Noi ci siamo “rivisti” con gli occhi di Sibilia, che ha questa straordinaria capacità: ti racconta qualcosa e ti ci ritrovi dentro, quasi un’esperienza tridimensionale. Così la ricerca e la scelta delle location per questa serie è stato più un “riconoscerle”, dire “…ecco il Jolly Blue”. Tutto parte dalla Pavia di fine anni Ottanta, ricostruita anche grazie a Max. Tuttavia, quella che doveva essere una “provincia soffocante” è oggi una città moderna, piena di studenti, ed è stato necessario rivederne la geografia”, racconta la location manager Stefania Gagliardi rispetto all'importante lavoro di scouting sul territorio che ha visto 120 location e 10 città coinvolte, spesso trasformate per rendere riconoscibile l'atmosfera di inizio Anni ‘90.

I protagonisti della serie ‘Hanno ucciso l’Uomo Ragno’

Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli

Ad interpretare i due personaggi principali Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli (Il filo invisibileGli sdraiatiVostro Onore) rispettivamente nei panni di Max Pezzali e Mauro Repetto. Pallido, nerd, non troppo fiducioso nei propri sogni l’uno; vulcanico, incontenibile, visionario, vitale l’altro. Capaci insieme di dar vita da giovanissimi a un progetto diventato in pochi anni un vero e proprio fenomeno generazionale di portata nazionale, caratterizzato dalla sincerità estrema delle loro canzoni in cui si può riconoscere il 90% dei ragazzi italiani.

“Trovare i protagonisti era la parte cruciale della preparazione del film, abbiamo fatto sei mesi di provini, quando sono arrivati loro non abbiamo avuto tantissimi dubbi, solo che ci siamo dimenticati di dirglielo e siamo andati avanti per mesi a farli venire sul set per continuare con tutte le prove necessarie per trovare lo stile di quegli anni. Fino a quando, a un cero punto, abbiamo realizzato che non avevamo ancora detto loro che erano stati scelti!’

Il coinvolgimento di Max Pezzali e Mauro Repetto

Elia Nuzzolo, Max Pezzali, Matteo Oscar Giuggioli

Rispetto al coinvolgimento dei veri 883, Max Pezzali e Mauro Repetto: "Abbiamo chiesto a entrambi se gli facesse piacere che realizzassimo la serie: un lavoro come questo viene bene se tutti sono felici che venga fatto", rivela Sibilia che sottolinea di essere, poi, andati avanti da soli, anche se, in ogni caso, rimanere aderenti alla storia era comunque uno degli obiettivi iniziali. "Nel costruire i due personaggi abbiamo lavorato sul fatto che fossero complementari, l’uno non poteva esistere senza l’altro, insieme hanno creato il mito".

"Max è venuto a trovarci sul set a Pavia quando stavamo per iniziare le riprese e l’abbiamo poi coinvolto quando ci servivano delle informazioni aggiuntive, perché avevamo dei buchi su qualche suo momento di vita. Mauro era più misterioso, c’era molto meno materiale su di lui in giro, soprattutto video. Noi ci siamo attenuti a quello che c’era. Ma la risposta su chi fosse realmente l'abbiamo trovata dentro alle canzoni, lì si vede sempre la verità. Il suo libro è arrivato successivamente, mentre giravamo, e così abbiamo integrato alcune sue dichiarazioni, che fino a quel momento avevamo preso da racconti di terzi”.

Trama e trailer della serie sulle origini degli 883

Pavia, fine anni Ottanta. Max ama i fumetti e la musica americana. È un anticonformista in una città dove non c’è nulla a cui ribellarsi. In più, dopo aver trascurato il liceo per seguire nuove amicizie e serate punk, arriva inevitabilmente la bocciatura.

Questo fallimento si rivela in realtà una nuova, fatale opportunità: nel liceo dove si trasferisce ha un nuovo compagno di banco, Mauro. La musica rende Max e Mauro inseparabili. Grazie alla forza trascinante di Mauro, Max abbraccia il suo talento e insieme a lui compone le prime canzoni che verranno prodotte da Claudio Cecchetto. Ma quando il successo li travolgerà, Max e Mauro, così diversi, riusciranno a rimanere uniti?

Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883: la scheda con le location della serie

(Carmen Diotaiuti)