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#TemporaryClosed, la rassegna del Museo del Novecento sul connubio tra cinema e arte

27-04-2020

Non è un periodo semplice per il cinema e per i musei, luoghi di aggregazione per eccellenza tra i primi ad essere stati chiusi a causa dell’emergenza sanitaria, così il Museo del Novecento ha colto un’idea di Storyville con la collaborazione di Cineteca Milano e messo online foto o spezzoni dei più famosi film nostrani e Hollywoodiani che hanno come scenografie mostre e collezioni d’arte. La rassegna ha il titolo significato #TemporaryClosed, un po’ come i cartelli che i musei del mondo hanno dovuto esporre per annunciare la loro momentanea chiusura. Le sale dei musei, si legge sulla pagina Instagram dell’iniziativa, “non sono solo scrigni della memoria e raccolte di opere d’arte ma luoghi di relazione, di crescita, di ridefinizione civile, vere e proprie ‘comfort zone’ pronte a riaccogliervi non appena sarà possibile”. La rassegna ci apre le porte del Metropolitan Museum of Art e del Guggeinheim di New York, del Museum of Modern Art di San Francisco, passando per il Louvre a Parigi e la National Gallery o la Tate Modern di Londra e non poteva tralasciare le nostre bellezze. Troviamo quindi una giovane Asia Argento diretta dal padre Dario colta da Sindrome di Stendhal (1996) davanti alla Caduta di Icaro di Pieter Bruegel il Vecchio nella Galleria degli Uffizi (poco importa che il dipinto si trovi in realtà nei Musées royaux des Beaux-Arts di Bruxelles).

I musei italiani hanno aiutato il cinema a creare veri e propri cult. Gli estimatori di Woody Allen non potranno non ricordare la scena in cui Joe, il personaggio da lui interpretato in Tutti dicono I love you (1996), stupisce Julia Roberts con le sue conoscenze (assai fresche in verità) su Tintoretto, mentre ammirano la Crocifissione, una delle opere con cui l’artista decorò la Scuola Grande di San Rocco. Restando a Venezia, nell’episodio Le vacanze intelligenti del film Dove vai in vacanza? (1978), Anna Longhi, moglie di Alberto Sordi in visita alla Biennale diventa un’opera d’arte; lo scambio di battute è esilarante: “Ma non glielo potevi dì che non sei 'na statua?” – “Mi volevano comperare per 18 milioni”. In Che bella giornata (2011), Checco Zalone tenta di fare colpo sulla bella di turno mostrandole le sue (in)competenze davanti ai quadri della Pinacoteca di Brera. Ferzan Ozpetek sceglie il Museo Archeologico di Napoli come luogo di appuntamento tra Giovanna Mezzogiorno e il misterioso Alessandro Borghi in Napoli Velata (2017). La rassegna, insomma, potrebbe proseguire all’infinito.