Dopo aver aperto la 18^ edizione della Festa del Cinema di Roma, l'esordio alla regia di Paola Cortellesi C’è ancora domani raccoglie tre premi nella sezione competitiva "Progressive cinema - visioni per il mondo di domani", concorso internazionale senza distinzione tra film di finzione, documentari e film in animazione. Si tratta del premio del pubblico, il premio speciale della giuria e la menzione speciale alla miglior opera prima.
La sua storia, a cui il bianco e nero della pellicola imprime un’atmosfera neorealista, è la storia di una famiglia qualunque, ambientata nel secondo immediato dopoguerra, in una Roma divisa tra la spinta positiva della liberazione e le miserie della guerra da poco alle spalle.
La Cortellesi è Delia (Paola Cortellesi), moglie di Ivano e madre di tre figli. I ruoli di moglie e madre la definiscono e questo le basta. Ivano è invece interpretato da Valerio Mastandrea ed è il padrone della famiglia, sprezzante e violento, forte del fatto che con il suo duro lavoro porta i pochi soldi che permettono alla famiglia di sopravvivere.
L’unica persona a cui Ivano porta rispetto è suo padre, il Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), un vecchio livoroso e dispotico di cui Delia è a tutti gli effetti la badante. L’unico sollievo di Delia è l’amica Marisa (Emanuela Fanelli), con cui condivide momenti di leggerezza e qualche intima confidenza.
È primavera e tutta la famiglia è in fermento per l’imminente fidanzamento dell’amata primogenita Marcella (Romana Maggiora Vergano), che, dal canto suo, spera solo di sposarsi in fretta con un bravo ragazzo di ceto borghese, Giulio (Francesco Centorame), e liberarsi finalmente di quella famiglia imbarazzante. La stessa Delia non chiede altro, accetta la vita che le è toccata e un buon matrimonio per la figlia è tutto ciò a cui aspira. Fin quando non riceve una lettera misteriosa, con la quale troverà il coraggio di rovesciare i piani prestabiliti e immaginare un futuro migliore, non solo per lei.
Alcuni ambienti di C’è ancora domani sono stati ricreati in studio a Cinecittà, in particolare la casa in cui vivono Delia e la sua famiglia, ricostruita con la scenografa Paola Comencini, in omaggio alla casa in cui viveva Anna Magnani Bellissima, film del 1951 di Luchino Visconti. Per gli ambienti reali la Cortellesi ha invece scelto il quartiere popolare romano del Testaccio: il cortile della casa di Delia e famiglia si trova in via Bodoni, mentre il mercato in cui lavora l’amica Marisa è un pezzo del vero mercato di Testaccio.
Scheda delle location di C'è ancora domani.
(Monica Sardelli)