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Da ‘Marcello mio’ a ‘Grand Tour’: le coproduzioni minoritarie a Cannes

23-05-2024 Reading time: 5 minutes

CANNES - Interpreta se stessa alle prese con un'ossessiva voglia di rappresentare suo padre, vestendone i panni, Chiara Mastroianni, nel film di Christophe Honoré in concorso a Cannes, Marcello mio. "Mio padre è morto quando avevo ventiquattro anni, è un'enorme frustrazione, ogni giorno potrei parlare di lui, ma non posso scocciare le persone con la mia nostalgia. Sono riuscita a incarnare il mio papà senza dolore. È stata la più bella seduta di spiritismo possibile". Ancora: "Il film è pieno di autoironia. Non volevamo fare nulla di sentenzioso, distante, freddo, tanto più nel raccontare mio padre che era così vicino alle persone". Nel film c'è anche la madre Catherine Deneuve che di uno dei momenti più evocativi del film in cui abbraccia la figlia, ormai più Marcello che Chiara: “E' stato un momento davvero toccante, pieno di emozioni e ricordi".

“Una rappresentazione plastica della collaborazione tra Italia e Francia che questa famiglia ha rappresentato e ancora oggi rappresenta”, definisce l'opera Andrea Occhipinti, AD Lucky Red che ha portato il film in sala in Italia dal 23 maggio. “Tutti i personaggi nel film recitano ma al tempo stesso interpretano se stessi, con una strana miscela di realtà e finzione”.

Girato soprattutto a Roma, il film vanta tra le location la fontana di Trevi, di cui viene riproposta la mitica scena della Dolce vita, con 'Marcello' che si tuffa nella fontana e si abbandona a una liberatoria nuotata. Uno studio televisivo ricostruito nei romani Studi Fabrizio Frizzi diventa protagonista di un surreale reality show televisivo condotto dalla presentatrice Rai Francesca Fialdini che ospita 'finti' Mastroianni, tra cui Chiara-Marcello, dei quali chiede a Stefania Sandrelli di svelare il 'vero'. Una finzione nella finzione in cui tutto è fatto di trucchi, bugie, messe in scena, battute talmente sopra le righe e spiazzanti che appaiono involontarie. Per il finale del film il set si sposta sulla costa laziale, con riprese a Gaeta e Fondi. ( Tutte le location di Marcello mio)

Prodotto da Les Films Pelléas, BiBi Film, Lucky Red, France 2 Cinéma, Rai Cinema, Marcello mio è una coproduzione Francia-Italia, in cui la quota del produttore italiano è minoritaria. Usufruendo della cumulabilità degli aiuti messi a disposizione dall’Italia per il supporto alla produzione, l’opera ha avuto accesso sia al Bando di coproduzione Italia-Francia, ottenendo un finanziamento di 60mila euro, che al fondo per le coproduzioni minoritarie, da cui ha ricevuto un contributo di 210mila euro. Ha, poi, beneficiato del fondo Lazio Cinema International, messo a disposizione per opere realizzate nella regione, cui ha avuto accesso anche un’altra coproduzione minoritaria in Concorso a Cannes, Grand Tour di Miguel Gomes.

“Per Grand Tour, girato in buona parte in Italia (con set ricostruiti) e sostenuto sia dal Ministero che dal Fondo messo a disposizione dalla Regione Lazio, l’apporto italiano è stato decisivo, senza i contributi italiani probabilmente il film non si sarebbe fatto”, ha rivelato la produttrice Marta Donzelli (Vivo Film) durante l'evento a Cannes in cui la Roma Lazio Film Commission ha illustrato le iniziative a sostegno della produzione messe in campo in sinergia con le attività della Regione Lazio. "La quota italiana per il film è anche di gran lunga superiore a quella francese -  ha aggiunto - cosa che fino a qualche anno fa non sarebbe stata affatto scontata. Gli incentivi attuali a sostegno della produzione consentono realmente alla nostra industria di prendere parte in maniera rilevante ai progetti internazionali”.

A conferma che quella delle coproduzioni, spesso minoritarie, si sta rivelando uno degli strumenti più efficaci e utilizzati per l’internazionalizzazione del nostro cinema, tra le coproduzioni minoritarie a Cannes, oltre alle due opere in Concorso, Four Nights of a Dreamer di Robert Bresson (Cannes Classic), The Falling Sky di Eryk Rocha e Gabriela Carneiro da Cunha (Quinzaine des Cinéastes), Most People Die on Sundays di Iair Said (Acid).

(Carmen Diotaiuti)